venerdì 7 aprile 2017

D'ARK - IL GIOCO DELL'ALFIERE di Cristina Silvestri e Mirela Minkova Georgieva



La città di Rocha è costantemente minacciata dalla malavita e dalla corruzione e il pericolo è sempre dietro l’angolo.
Sembra non esserci più onestà in un mondo pieno di corruzione ma questa volta, come baluardo della giustizia sorge un vigilante, D’Ark, che cerca di aiutare la città a rialzarsi da questo baratro d’illegalità. La storia segue parallelamente la vita di due fratelli: Giorgia e Michele Mestri.
Giorgia, una ragazza forte e determinata che ama il suo nuovo lavoro, parteciperà alla ricerca di un noto serial killer di nome Guignol che trascina dietro di sé le sue povere anime in una lotta senza fine. La squadra dei profiler, insieme alle forze dell’ordine, si batterà con grande dedizione per la sicurezza e per la sopravvivenza dei cittadini. Mentre suo fratello Michele, il giornalista, seguirà il caso del vigilante occupandosi di scrivere la verità su chi sia questa famosa celebrità. Aiutati dal loro intuito e dalla loro forza di volontà, entrambi si renderanno conto di quanto la realtà che li circonda sia più complicata di quanto appaia. Esiste davvero questo eroe oppure è una mera invenzione di una società senza giustizieri? Riuscirà Rocha a distinguere il bene dal male? Ciò che è reale da ciò che non lo è?
Quello di cui vi parlo oggi è il primo volume di una trilogia che amalgama noir e drammatismo.
Rocha è una cittadina in stile Gotham City; flagellata da elementi di dubbia moralità e dove la criminalità incontra terreno fertile, ma non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, vi sono cittadini che riescono a condurre una vita onesta senza dover necessariamente ricorrere all’illegalità. A rendere ancora più difficoltosa la vita a Rocha c’è lo spauracchio di un mefistofelico serial killer che si firma con lo pseudonimo di Guignol, che sta seminando il terrore lasciandosi dietro una lunga scia di sangue e facendosi beffe degli agenti incaricati del caso, addirittura sfidandoli a rintracciarlo, mettendo così a dura prova i nervi della polizia.
Giorgia Mestri è una donna dal carattere versatile: quando indossa i panni dell’investigatrice è risoluta e determinata, il lavoro da profiler è quello dove realmente emerge la sua arguzia e caparbietà, quasi come se per natura avesse una spiccata attitudine ad un ruolo del genere; si trasforma, invece, quando indossa i panni da “comune civile”, ha un animo gentile, distinto dalla sua infinita bontà ed un sorriso che riesce a scaldare anche i cuori più recalcitranti. Appartiene all'equipe di capaci individui  che sta esaminando tutti i vari indizi e battendo ogni possibile pista al solo scopo di identificare e fermare quest’assassino. Michele Mestri caratterialmente è quasi l’opposto della sorella, ha un animo giocoso e più intraprendente, la sua vita ha cambiato rotta da quando è stato incaricato di scoprire il più possibile su D’Ark: una figura mascherata la cui identità è ignota che si aggira per le vie di Rocha, sgominando i malviventi e salvando innumerevoli vite.

Nessuno dei due fratelli poteva immaginare che da un piccolo e quasi insignificante evento per l’universo si sarebbe scatenato un tornado che avrebbe sconvolto non solo le loro vite, ma anche quelle di tutti gli altri abitanti di Rocha, inconsapevolmente colpevoli. 

Ma scendiamo nel dettaglio…
In questo scenario di corruzione e degrado il futuro della città è in mano ad una squadra di eroi sia comuni che non, da un lato vediamo il team designato di profiler e poliziotti occupati nelle indagini e, dall’altro lato, questo vigilante mascherato che la stampa ha soprannominato D’Ark.
D’Ark è un giustiziere che, per certi versi, mi ha ricordato il Daredevil della Marvel, un personaggio che funziona e riesce a conquistare l’attenzione del lettore, spingendolo a domandarsi quale ruolo potrà avere nella cattura dello spietato killer.
D’ark – Il gioco dell’alfiere abbraccia ben tre generi: ucronia, noir e giallo.
L’ucronia vista la strutturazione nel dettaglio della situazione politica della città e la distribuzione topografica degli abitanti, il noir per questi toni così cupi e il giallo per la minuziosità nella ricostruzione delle indagini.

“[…] Forse D’Ark […] avrebbe portato dei cambiamenti radicali fino ad un punto di non ritorno e Mike credeva che finché ci sarebbe stato un solo uomo o una sola donna che avesse combattuto per la libertà, per l’uguaglianza e per la giustizia soprattutto, niente sarebbe andato perso. “

La storia si presenta come un racconto a più voci e si snoda per ventuno capitoli. Una vicenda che si districa nella composita psicosi di eroi che vanno a rappresentare i valori positivi, quali il senso di giustizia e la morigeratezza, di una città oramai sempre più corrotta e in declino. Questa complessità, all’inizio rallenta la cadenza di lettura ma superata l’incertezza dei capitoli introduttivi il libro scorre piacevolmente, infatti, non mancano di certo il pathos e i colpi di scena. Penso che questa sia la primissima volta che leggo di una protagonista che di mestiere operi come profiler; avevo già qualche nozione su questa figura professionale, ma non l’avevo mai riconosciuta ed approfondita all’interno di un romanzo e devo ammettere che ho molto apprezzato questo aspetto. Sebbene sia innegabile che le autrici abbiano attinto molto dal mondo del fumetto, una componente di originalità c’è e si percepisce attraverso le descrizioni minuziose, la cura della psicologia dei vari personaggi e i dialoghi mai banali; niente è lasciato al caso.
Per essere un libro d’esordio e per di più scritto a quattro mani, devo riconoscere che è in grado davvero di avvincerti, tanto da non far notare un cambio di registro tra un'autrice e l'altra. Non vedo l’ora di leggere il secondo capitolo e, nel frattempo, non posso fare altro che consigliarlo a pieni voti, anche a chi non è avvezzo a questo genere, non ve ne pentirete!


Cristina Silvestri, nata a Napoli il 13 giugno 1990, frequenta il liceo classico e si laurea prima alla triennale di Scienze per l'Investigazione e la Sicurezza e poi alla magistrale di Ricerca Sociale per la Sicurezza Interna ed Esterna. Ha vissuto in Inghilterra per un anno facendo tirocinio presso l’Università di Portsmouth grazie alla borsa di studio Erasmus+.  

Mirela Minkova nata a Sofia (Bulgaria), trasferitasi in Italia nel 2002, anch'essa laureata in Scienze per l'Investigazione e la Sicurezza, dove ha conosciuto la sua co-scrittrice. Attualmente risiede nel Regno Unito. L’interesse per la scrittura nasce già in tenera età per entrambe. La letteratura è sempre stata una parte importante delle loro vite, ma la vera svolta si è presentata quando, colleghe di corso, hanno deciso di rendere una semplice idea qualcosa di reale e concreto.


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