lunedì 14 maggio 2018

TUTTA LA VITA CHE VUOI di Enrico Galiano


Tre ragazzi. Ventiquattr'ore. Una macchina rubata. Una fuga. Una promessa. Perché ci sono attimi che contengono la forza di una vita intera. Così intensi da sembrare infiniti. È un susseguirsi di quei momenti che Filippo Maria vive il giorno in cui, per la prima volta, riesce a rispondere a tono al professore di fisica che lo umilia da sempre. Appena fuggito da scuola vuole solo raggiungere Giorgio, il suo migliore amico che, immobile di fronte a una chiesa, si chiede perché non sia ancora riuscito a piangere al funerale del fratello. Poco dopo incontrano una ragazza che corre a perdifiato: è Clo. Basta uno scambio di sguardi e i tre si capiscono, si riconoscono, si scelgono. La voglia di vivere e di cambiare che hanno dentro è palpabile, impressa nei loro volti. Si scambiano una promessa: ognuno di loro farà quell'unica fondamentale cosa che, di lì a vent'anni, si pentirebbe di non aver fatto. Anzi, lo faranno insieme: Clo sa come aiutarli. Basta scrivere su un biglietto cosa li renderebbe felici. Lei ne ha uno zaino pieno, di motivi per cui vale la pena vivere: le nuvole quando sembrano panna o l'odore della carta di un libro... Ora spetta a Giorgio e Filippo trovare il loro motivo speciale per cominciare a vivere senza forse, senza dubbi, senza incertezze. Ma non sempre chi ci è accanto è sincero del tutto. Ciò non riesce a condividere con loro la sua più grande speranza per il futuro. Perché a diciassette anni è difficile lasciarsi guardare dentro e credere che esista qualcuno disposto ad ascoltare i segreti che non siamo pronti a rivelare. Per farlo non bisogna temere che la felicità arrivi per davvero e afferrarla.
Clo, Filippo Maria, Giorgio: questi i nomi dei tre protagonisti di quest'opera, tre storie in cui, inevitabilmente, si intrecciano anche quelle di altri personaggi per loro importanti.

Un giorno, solo ventiquattro ore e la vita dei tre ragazzi si incrocia, destinata a cambiare in un modo inaspettato.

E ora Giorgio lo sa, che aveva ragione lui: 
più il dolore ti scende dentro, meno si vede la ferita. 
Come certi fiumi che scorrono sottoterra, il dolore, quando è vero, 
è acqua che scivola via senza far rumore,
 forza che erode e che laggiù cambia forma alle cose ma, da fuori, sono solo sassi e silenzio, rumore di passi sulla ghiaia, odore di secco.

Per Giorgio, oggi, non è motivo di gioia, non è un momento di gloria, è un giorno cupo, triste.
Non esistono addii facili, semplici, indolori.
Esistono quelli sofferti, quelli dolorosi, quelli immotivati.
Un po' come quello di Luca, un dolore sordo che nella sua famiglia ha provocato cicatrici non visibili agli occhi, che non fa che portare nella mente del padre un pensiero che dovrebbe essere proibito ad ogni genitore, un qualcosa che però non è mai riuscito a celare agli occhi di Giorgio, quel pensiero che spesso prendeva vita nei suoi occhi, nelle sue parole.
In quello che doveva essere un giorno sofferto lui, la pietra dello scandalo per il padre, trova un modo per risentire la voce del fratello nelle proprie orecchie e, con questa idea in testa, fa da inizio alle ventiquattro ore più particolari di tutta la sua vita.
Il problema? Le conseguenze.

Filippo Maria ne ha tanti di problemi, forse troppi.
Essere solo uditi e mai ascoltati, visti e mai guardati, ha provocato non pochi problemi in lui.
A scuola, poi, non ne parliamo.
Mi piace pensare che per le persone così il Karma prima o poi ripaghi, o semplicemente che a volte il coraggio lo si debba prendere, anche se in modi non così tanto  drastici.
Dopo mesi e mesi di vessazioni lui decide una cosa: se la sua Beatrice (in questo caso Giada è il vero nome, ma dettagli, mi piace la metafora) lo degnerà finalmente di uno sguardo, lui prenderà parte alla sua guerra contro il drago.
Il fattore non calcolato? Le conseguenze.

 È un ossimoro perché non sa niente di quello che vuole eppure lo sa molto bene. È un ossimoro perché il suo sorriso è sempre umido di lacrime invisibili, come ogni sua lacrima è colma di luce. Clo è un ossimoro ambulante perché la fame di amore che ha, ha quasi sempre la forma di sguardi truci e odio, parolacce, silenzi che nessuno capisce o banchi buttati per aria.


Esiste un motivo dietro al quale ci comportiamo in un certo modo? La risposta dovrebbe essere ovvia, no?
E se invece dietro a certi tic, certi impulsi, non ci fosse un motivo?
Un po' come la cleptomania di Claudia Bolla.
Per tutti coloro che ci credono, e coloro che l'hanno diagnosticata, è solo quella, cleptomania.
Eppure per lei ha una motivazione, è un qualcosa in più del mero appropriarsi di oggetti altrui perché, in fondo, non appartengono mai ai deboli e agli oppressi.
Iniziate a capire?
Ed è in quel centro commerciale, poco dopo essere scappata che ha inizio la sua avventura, questa storia.

Se non hai mai vissuto, mai davvero, il primo giorno in cui sei vivo non dura solo un giorno.
Sì, dentro quel giorno ci sono ventiquattro ore e dentro ogni singola ora sessanta minuti, così come dentro ogni singolo minuto ci sono sessanta secondi, come in tutti gli altri giorni della tua vita, ma il fatto nudo e crudo è che dentro ognuno di quei sessanta secondi, dentro i minuti dentro le ore, be’, ognuno di quelli può valere come un giorno intero

Esistono persone che hanno vissuto di più nella loro breve esistenza, di altre che sono ormai arrivate alla fine del loro trascorso per poi rendersi conto di non aver mai vissuto davvero.
Mano a mano che il loro viaggio prosegue e che le ragioni di vivere per Clo prendono vita, i dolori, le sofferenze, i segreti, prenderanno voce anche se a volte dar voce a certe storie è il più grande atto di coraggio che si possa avere.
Clo sa per cosa vale la pena vivere, dove vorrebbe arrivare in questo viaggio, ma i suoi compagni?
In questa folle corsa contro il tempo, anche loro dovranno venire a patti con la scoperta delle cose per cui vale la pena davvero di alzarsi la mattina e chissà, insieme a loro anche noi lettori verremo a patti con qualcosa di un po' nuovo e un po' inaspettato, prendendo atto anche che a volte son davvero le piccole cose a far la differenza.
Non pensate di trovare in quest'opera il tutto e subito, di non sentirvi come in procinto di cadere, con il cuore pieno di emozioni al punto da scoppiare, poiché non è così.
A poco a poco vedrete che nulla sarà lasciato al caso, che ogni storia verrà vista sotto una luce diversa ma, soprattutto, Enrico Galiano narra una vicenda in cui l'alternarsi di pov, il ritmo incalzante, rendono impossibile non sentire nel proprio petto un subbuglio di emozioni talmente forte che quando finirete Tutta la vita che vuoi avrete bisogno di una pausa. Parola mia.


Enrico Galiano è nato a Pordenone nel 1977. Insegnante in una scuola di periferia, ha creato la webserie Cose da prof, che ha superato i dieci milioni di visualizzazioni su Facebook. Nel 2015 è stato inserito nella lista dei 100 migliori insegnanti d’Italia dal sito Masterprof.it. Ogni tanto prende la sua bicicletta e se ne va in giro per l’Europa con uno zaino, una penna e tanta voglia di stupore. Eppure cadiamo felici è il suo primo romanzo.


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