giovedì 22 marzo 2018

QUANDO FIORIRANNO LE ROSE di Giulia Dal Mas


Una storia intensa come cioccolato fondente e pungente come spine di una rosa.

Quando Sophie arriva a Perugia nasconde nell’anima un grande dolore. Decide perciò di buttarsi nel lavoro e godere degli incantevoli scorci cittadini e dell’amicizia con Nicola, il maestro cioccolatiere appena conosciuto. Incaricata dalla casa d’aste francese Saint-Lazare, Sophie ha il compito di stimare l’eredità di Caterina Donati che, morta pochi mesi prima, ha lasciato all’avido erede villa Matilde, magione di famiglia, e la Bottega, la liuteria a cui ha dedicato tutta la sua vita. Un giorno Sophie troverà il diario della defunta e la sua vita verrà così proiettata nel 1944, in un passato ricco di storie pungenti come rose e intense come le melodie suonate dal violino del capitano Mitchell, il soldato inglese che sconvolse il cuore della giovane Caterina. Immergendosi in quelle pagine, Sophie scoprirà profonde e dolorose affinità tra la vita di quella ragazza d’altri tempi e la sua realtà di donna moderna. Un segreto in particolare angoscerà Sophie, spronandola a indagare più a fondo tra le pieghe di quel passato ancora capace di dare speranza al suo presente e, forse, anche al suo cuore ferito...
          Ero vivo nella foresta
finchè un ascia crudele non mi uccise.
In vita ero muto,
nella morte dolcemente canto.
“anonimo”


Recensire romanzi è una passione che ho maturato per dare senso e completezza ad un'altra mia grande passione: quella di leggere i pensieri che le persone mettono in fila uno dopo l’altro fino a raccontare una storia. Un susseguirsi di sillabe che da parole si trasformano in frasi con lo scopo di suscitare emozioni. Eppure, benché ultimamente mi sia imbattuta in molti romanzi belli e coinvolgente e in autrici italiane (e lo sottolineo con piacere) piene di talento, finora non mi era ancora capitato di dirmi: “ecco, questo è un romanzo che mi sarebbe tanto piaciuto aver scritto io!”  Non che pensi di avere tutto questo talento, certo che no! Soltanto mi piacerebbe averlo: tutti abbiamo il nostro sogno nel cassetto.

Dicevo che non mi era mai capitato fino a quando non ho letto la parola “fine” sull’ultima pagina di “Quando fioriranno le rose” un romanzo di Giulia Dal Mas, edito Amazon Publishing. Dire che la delicatezza e la cura con cui è stato scritto ed editato mi ha lasciata senza parole è un eufemismo. Giulia dal Mas ha realizzato un’opera straordinaria che lascerà il segno anche in voi care lettrici, che amate l’amore profondo. Quello che fa battere il cuore? Sì anche! Ma soprattutto quello che resiste alla vita e alla morte, si manifesta nella bellezza di un fiore, nella sublimità della musica, nei colori di un tramonto d’estate, nel profumo fruttato di un vino pregiato. Quello che, dopo che l’hai provato, ti fa pensare che non potrai mai piú tornare a essere com’eri prima. Ecco, questo romanzo è tutto ciò e anche di più. Le vite di Sophie e di Caterina s’intrecciano in un susseguirsi di passato e presente allacciate da un filo sottile intessuto dal destino. Due donne che non si sono mai incontrate ma che condividono lo stesso coraggio nell’affrontare la vita, le stesse pene dolorosamente rinchiuse in fondo al cuore, la stessa sensibilità verso l’arte e la bellezza intrinseca delle cose.



Proprio lì, accanto a quell’ultimo corpo, c’era qualcuno di spalle. Un uomo alto, con i capelli chiari e la divisa inglese. Caterina avanzò di un passo, la mano stretta sulla maniglia e gli occhi fissi. Avrebbe dovuto dire qualcosa, chiunque fosse non poteva stare lì. Ma non lo fece, rimase ferma a guardare. Le sue dita, che si muovevano sicure. L’archetto, che scivolava rapido sulle corde. E la sua testa appena inclinata, che accompagnava ogni movimento. Le note si libravano nell’aria leggere come minuscole farfalle, riempendo ogni fessura di una melodia dolce e malinconica che non conosceva e che le arrivò dritta al cuore.


Caterina è una ragazza degli anni venti, nata in una famiglia benestante. Il padre è un simpatizzante del movimento fascista e durante la guerra anche attivo nel cercare di sostenere economicamente la repubblica di Salò. La madre è una donna frivola che a modo suo ama la famiglia e le figlie, ma come molte matrone di quei tempi è più presa dalla vita di società e dalle convenienze che dagli affetti. La prima figlia Lavinia, è la fotocopia della madre, ma Caterina no! Caterina è una ragazza di valore e lo dimostra con i fatti. Amante dei fiori e delle piante, dotata di un carattere forte e determinato bilanciato da innata gentilezza e animo sensibile, trascorre le sue giornate facendo l’infermiera volontaria in una clinica di Perugia che offre cure ai soldati feriti, non importa a quale esercito appartengano. E’ proprio in clinica che Caterina si imbatte per la prima volta in James Mitchell, un capitano dell’esercito inglese, affascinante e intenso. Un artista che con il suo violino e le note struggenti della sua musica scava un profondo solco nel cuore di Caterina. Tra di loro nasce un amore dolce e sfortunato ma destinato a durare per sempre, lasciando un segno indelebile nella vita e nel destino di Caterina e di riflesso anche in quella di Sophie.



Perugia giaceva assopita, sotto il sole di un pomeriggio di giugno, in tutta la sua malinconica bellezza, fatta di antichi palazzi, addossati gli uni agli altri come compagni di un lungo cammino, e stretti vicoli di acciottolato. Le pasticcerie attendevano silenziose i loro clienti, nascoste dietro ai vetri molati delle porte in mogano lucido. La vita scorreva lenta, scandita dal continuo ripetersi di gesti e usanze che la fece sentire sola.

Sophie, che lavora per una famosa casa d’aste francese, che vive ai giorni nostri, che nasconde un dolore segreto e devastante. Sophie che giunge a Perugia incaricata di redigere l’inventario dei beni posseduti dalla defunta Caterina Donati: un rinomato laboratorio artigianale dove ancora si costruiscono, secondo l’antica arte di un Mastro liutaio austriaco, i preziosi violini Donati, un appartamento in centro a Perugia e una bellissima villa immersa tra gli ulivi, ad Assisi.

Il suo committente è il nipote della sig. Donati e sembra essere interessato soltanto a ricavare il più possibile dalla vendita dei beni ereditati dalla zia e in fretta. La sua fabbrica di cioccolato, eredità della famiglia della madre, versa in condizioni disperate e solo piazzando il prima possibile l’eredità al miglior offerente, potrebbe salvarla. Non è una persona simpatica o cordiale, il sig. Gaudenzi e Sophie decide di andare fino in fondo scavando nei segreti della famiglia inizialmente un po' per sfida, ma poi per passione e perchè non riesce a conciliare il velato disprezzo dell’uomo per tutto ciò che gli è arrivato in eredità dalla zia, con la bellezza dei violini, il profumo delle rose, la generosità d’animo di una donna che ha lasciato tutto il suo patrimonio ad un nipote che, sicuro come l’oro, non l’ha mai amata.

Ci mette il cuore Sophie e con il cuore si muove scavando nei recessi del passato e portando alla luce una storia dall’ epilogo imprevisto.



Nicola Sensi non sapeva nulla di lei, della sua vita e di ciò che ne rimaneva: era solo un affascinante sconosciuto che il destino continuava a mettere sui suoi passi. Lui la guardò, poi allungò una mano e le spostò una ciocca, spinta sul volto da una folata improvvisa. Un brivido le disegnò il punto in cui l’aveva toccata. «Grazie» sussurrò, ma le sue parole si persero nell’aria


Anche la vita di Sophie subisce un cambiamento radicale grazie all’incontro con una persona speciale. Una persona su cui preferisco non rivelarvi nulla per non privarvi del piacere di scoprire, pagina dopo pagina, la potenzialità di questo romanzo che sembra essere il primo volume di una serie, anche se la storia si conclude senza lasciare nulla in sospeso. Rimane soltanto la sensazione che da qualche parte ci sia un altra storia da raccontare.

L'acero.
Liscio, fiammato od occhialinato, è la base dei violini. Resistente, ma di facile lavorazione, custodisce la voce della tavola armonica.

Giulia dal Mas, intreccia una trama ben congegnata con la forza di personaggi perfettamente delineati nel carattere e sempre coerenti con l’epoca in cui vivono, con le emozioni che provano, con le scelte che sono costretti a fare. Donne e uomini veri, forti ma non immuni alle vulnerabilità dell'animo umano. Tutto il romanzo si svolge in Umbria, tra verdi colline abitate dagli ulivi e la città di Perugia; tra profumi e sapori che stuzzicano i sensi e la fantasia, e sono certa che anche voi, care lettrici, verrete ammaliate dal profondo fascino che la perfezione di un antico violino può suscitare e dalle storie che scaturiscono dal vibrare delle sue vetuste corde.

Consigliatissimo.

«Un luogo non è importante, la nostra casa l’abbiamo qui, Adelaide» sussurrò alla ragazza, sfiorandole il petto, «dove sono le nostre emozioni, i sentimenti e il ricordo delle persone che abbiamo amato.» La giovane tirò su con il naso, mentre gli occhi le diventavano lucidi. «Ma dove andrete? Cosa farete?» «Seguirò il mio cuore.»



Giulia Dal Mas è nata a Pordenone e vive a Maniago con il marito, i tre figli e due chihuahua. Laureata in Giurisprudenza, ha una grande passione per la lettura e la scrittura, ama la cucina, i giardini, i vecchi edifici da rimettere in piedi e tutto ciò che sappia regalare emozioni. Con il racconto The secret door ha vinto il concorso “Chrysalide Mondadori”. Il suo racconto La vita di Vera Walsh è stato pubblicato in un’antologia con prefazione di Sveva Casati Modignani. Nel 2014 ha scritto la novella La sposa nella torre (Delos Digital). Con Rizzoli ha pubblicato: Un perfetto angolo di cielo (per incontrare Mr Big) (2015) e Provenza mon amour (2016).

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