mercoledì 1 marzo 2017

UN TUBINO E' PER SEMPRE di Jane L. Rosen


A volte basta un abito per raccontare una storia. O nove storie. In questo romanzo femminile, un tubino nero in vetrina da Bloomingdale's a New York passa di mano, di vita in vita, in modi imprevedibili, toccando i destini di nove donne. Natalie lavora da Bloomingdale, ed è in preda alla tristezza da quando il suo ex ha annunciato il suo fidanzamento con un'altra. Felicia è da sempre innamorata del suo capo, e ha una sola notte per scoprire se il suo amore è corrisposto. Andie di mestiere si occupa di mariti infedeli - lavora in un'agenzia investigativa - ma finalmente si ritrova a occuparsi di un caso che potrebbe farle ritornare la fiducia nell'amore. E poi c'è una giovane modella arrivata a NY dall'Alabama, un'attrice di Hollywood terrorizzata dal suo debutto a Broadway, una brillante laureata alla Brown che finge di avere una super vita sociale sui social - per dirne alcune. Per queste ragazze la vita sta per cambiare magicamente, grazie a un piccolo, nerissimo capo di vestiario.

Quando mi avvicino a un romanzo, spero sempre che la storia raccontata non sia la solita solfa, trita e ritrita, clonata fino all’inverosimile. Mi auguro anche di non indovinare come andrà a finire, già solo dopo aver letto il primo capitolo. Il desiderio di non sbadigliare anticipando le battute dei dialoghi che so a memoria, perché letti ovunque, si tramuta in preghiera appena decido di rischiare e inizio a leggere. Diciamoci la verità, ciò che pretendiamo è rimanere stupiti e affascinati dall’originalità della trama, dalla solidità dei personaggi e da tutto ciò che ci farebbe dire: oh cavolo, questo sì che è particolare!

Ebbene, dopo aver finito di leggere UN TUBINO È PER SEMPRE il mio pensiero è stato proprio questo. Il romanzo è accattivante e la struttura particolare. Le storie trattate sono diverse, ognuna con personaggi differenti ma tutte ruotano intorno a un elemento comune: un vestito, il tubino nero in vendita ai grandi magazzini Bloomingdale dopo essere stato scelto da esperti, come vestito dell’anno.
«Mi sa che ce l’hai tu il vestito» disse. Sembrava più un avvertimento che un’affermazione.«Che vestito?» Non capivo di cosa stesse parlando. Facevo fatica anche solo a respirare. Ormai la passerella era vicina.«Ogni anno c’è un vestito» mi spiegò. «Sono quelli là, in prima fila, a decidere qual è. Li vedi?»

Fin dalla sua nascita il vestito ha incarnato in sé una sorta di magia positiva capace di migliorare o addirittura cambiare i destini di chi lo indossa. A cominciare dall’ideatore tutti ne hanno subito il fascino. 

Sally Ann, diciotto anni proveniente dall’Alabama, indossa il tubino in occasione del défilé che cambierà la sua vita. Tradizione vuole, infatti, che il capo scelto diventi famoso al punto da creare un trend impossibile da ignorare e non solo. Il più delle volte capita anche che colei che lo ha indossato in passerella possa finalmente fare il salto di qualità, magari essere notata da un regista famoso, oppure diventare la modella più pagata, o semplicemente, vedere realizzato un sogno giovanile. E quando il vestito diventa un cult, rappresenta una vera e propria ossessione, e la brama di possederlo e indossarlo anche per una sera sola, accende il desiderio di tanti frequentatori del negozio. Ci si accontenta anche di prenderlo in prestito, come succede alla giovane commessa Nathalie, invitata a salvare la reputazione di Jeremy Madison, in arte Tab Hunter, un attore famoso alle prese con un piccolo problema. La notizia che sia stato lasciato dalla fidanzata che gli ha preferito il personal trainer, ha alimentato il gossip su giornali e tv. Poco male, direte voi, e invece no: il fatto che non riesca a tenersi una ragazza a lungo ha creato un alone di incertezza intorno a lui tanto che il mondo intero lo crede omosessuale. Il misuranderstandig iniziale darà il via a una vicenda divertente che vedrà coinvolti i due protagonisti.

«È un bellissimo vestito» commentò lui, appena saliti sulla limousine. Aveva ragione. Avrei voluto dirgli tutto su quel vestito. Che era un Max Hammer, o meglio, il Max Hammer, l’abito più cool della stagione; che il primo ordine era andato esaurito in una settimana; che ero eccitatissima all’idea di indossarlo, anche se avevo l’etichetta del prezzo piantata nella schiena – ma non volevo attirare l’attenzione sul fatto che lo avevo soltanto preso in prestito e avrei dovuto restituirlo a fine serata. Non che prenderlo in prestito fosse una cosa così terribile. Insomma, non è una scusa, ma lo fanno tutti. “Comprare” un vestito, indossarlo e poi restituirlo è una pratica talmente diffusa che i negozianti hanno dovuto adottare delle contromisure; proprio la settimana prima ci avevano informato che avrebbero preparato dei cartellini giganti da posizionare sul davanti di tutti i capi,
tubino per far sì che non potessero proprio essere indossati, a meno di non rimuoverli.




Una commessa ha aiutato, negli anni, un valente ma distratto avvocato a trovare i regali perfetti per la moglie. Non c’è stato anniversario che Arthur abbia dimenticato, neanche quelli della sua segretaria fedele. Adesso, rimasto vedovo, ha bisogno ancora di un piccolo aiuto per non lasciarsi andare. Il destino, si sa, è capriccioso e imprevedibile così, il recapito dell’abito all’indirizzo sbagliato, contribuirà alla nascita di un amore senza tempo.
Adoravo quel vestito. Era uno di quelli che fanno girare la testa agli uomini e trasformano ogni ragazza nella più incantevole del ballo. Non sopportavo che quell’ingrata si appropriasse di un simile tesoro, e con questo intendo sia il vestito sia Arthur Winters. Ecco perché mi ero intromesso! Avevo mandato l’ultimo tubino nero con l’invito a cena alla segretaria di Arthur – perfetta per la sua età – e lo scialle di cachemire da signora alla cacciatrice di dote.




È la volta di Andy Rand, una detective privata, ingaggiata da una donna per smascherare il tradimento del marito. In realtà, dopo averlo avvicinato, Randy scoprirà la sua innocenza e addirittura l’amore. 

Sophie Stiner, invece, è una ragazza che si è sempre distinta negli studi. Purtroppo però non è riuscita a trovare un lavoro. Un giorno incontra una sua vecchia amica proprio da Bloomingdale e proprio davanti al vestito dei sogni e la sua vita cambia. Basta una bugia ben detta, uno sfondo particolare, un abito adatto e il giusto trucco e il gioco è fatto, ci si fa un selfie e si carica sui social. Tutti vedono e commentano. In men che non si dica da disoccupata depressa Sophie diventa una donna di successo, sempre in viaggio. Che dire: il tubino fa miracoli.
A ogni nuovo like su Instagram mi sentivo sempre meno sfigata e sempre più una ventenne di successo con uno splendido fidanzato e un lavoro da Sotheby’s. Passai tutta la serata su Instagram, e mentre Bitsy Bouvier assisteva all’ultimo plié al Lincoln Center, la foto raggiunse 179 like. Tutte quelle persone pensavano che fossi favolosa – forse addirittura cool – e che avessi un lavoro da sogno in una casa d’aste!Ne diventai subito dipendente.

Di storie ce ne sono altre ancora e tutte molto piacevoli e fresche. Il romanzo è spiritoso, leggendolo si ride, ci si emoziona, si riflette sui veri valori della vita, si trascorre un paio d’ore in serenità. È un libro adatto a un pubblico di tutte le età, scritto in uno stile brioso e ironico ma soprattutto elegante così come è elegante e sobrio il tubino nero, un capo che non può mancare nel guardaroba di una donna.



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