lunedì 26 settembre 2016

Segnalazione: Playing with me di Emmanuelle Dyson


Sabrina ha 19 anni e ha appena risposto a un singolare annuncio. Terminata la scuola, in una calda, assolata e vuota Milano, al posto di andare in vacanza con gli amici, si ritrova a fare un colloquio come assistente di produzione sul set di una piccola casa di produzione.  
Di film porno. 
Ma a Sabrina non basta.  
È l'incontro con Max, navigato attore a luci rosse, chiuso e introverso, a far venir fuori il suo talento anche davanti alla macchina da presa. Un talento che, se lasciato senza regole, rischia di rovinarla, di distruggerla. Tra lui e Sabrina è attrazione a prima vista, al di là del proprio passato e delle proprie paure. 
Due anime in cerca di una strada.  
Eppure, ogni regola ha la sua controregola e nessuno regala nulla. Soprattutto in un mondo dove la merce di scambio è il proprio corpo. 
Mi siedo vicino a Max. Ho preso una sedia da regista, di quelle pieghevoli di tessuto, e l’ho messa proprio di fianco a lui. Faccio finta di guardare i miei appunti. 
Lui fa finta di non darmi retta. Oppure non gliene frega nulla della mia presenza. Meglio così. 
Con la coda dell’occhio vedo che Carl, il regista, sta per avvicinarsi, poi ha visto la mia presenza e ha cambiato direzione. Oppure è solo una mia immaginazione e sta semplicemente andando da un’altra parta. 
A volte penso di essere io al centro dell’attenzione. Di avere lo sguardo di tutti su di me. Questo paralizza le mie azioni. Come le interrogazioni a scuola, se l’intera classe mi guardava, io mi bloccavo, anche se sapevo tutto a memoria. 
Anche adesso sento tutti gli occhi su di me. 
Nessuno guarda Max. 
Io guardo i miei appunti. Guardo la scena e mi fa arrabbiare il pensiero che Seline voglia far fuori Max per i 23 centimetri del suo nuovo pupillo. 
Mi libero dal pensiero che tutti mi stiano guardando. Osservo solo i miei appunti.
Senza muovere il resto del corpo, allungo una mano, trovando un varco sotto l’asciugamano di Max. Incontro la sua pelle, tonica e liscia. Mi chiedo quanti anni abbia, non riesco a dargli un’età. Continuo a guardare i miei appunti con interesse mentre la mano prosegue lenta a perlustrare la pelle di lui. 
I polpastrelli sentono tutto. Mi sistemo meglio con il corpo, avvicinandomi a lui, ma sempre tenendo lo sguardo sugli inutili appunti. 
Le mie dita arrivano sulla sua pancia: è tesa, e io mantengo una certa leggerezza, mentre percorro la sua pelle. Sento i suoi muscoli rispondere leggermente, con qualche sussulto. Era quello che volevo. 
Lui rimane con lo sguardo dritto, come se non stesse accadendo nulla. La mia mano perlustra l’ombelico e sale delicatamente fin quasi il petto, rischiando di uscire dall’asciugamano. Mi fermo e riprendo la corsa facendo una strada leggermente diversa da prima. Sempre lentamente, ripasso sui suoi addominali che hanno un nuovo sussulto involontario. Li sento muovere al mio passaggio, ma non è la respirazione. Lui, infatti, cambia leggermente posizione, distendendo la pancia e dando più corsa al percorso delle mie dita.

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