venerdì 15 aprile 2016

LA VITA PERFETTA Di Renee Knight


Catherine Ravenscroft non sa cosa sia il sonno. Da quando in casa sua è comparso quel libro, l'edizione scalcagnata di un romanzo intitolato "Un perfetto sconosciuto", non riesce più a fare sonni tranquilli, né a vivere la vita di ogni giorno, la sua vita di film-maker di successo, con la sua bella famiglia composta da un marito innamorato e un figlio ormai grande. Non ci riesce perché quel libro - anche se Catherine non sa chi l'abbia scritto, o come possa essere finito nella nuova casa dove lei e il marito hanno appena traslocato - racconta qualcosa che la riguarda molto da vicino. Qualcosa che soltanto lei sa, e che ha nascosto a tutti, anche a suo marito. Chi è l'autore di quel libro, e come fa a conoscere Catherine e a sapere cosa ha fatto un giorno di tanti anni fa, durante una vacanza al sole della Spagna? E che cosa vuole adesso da lei? Catherine dovrà fare i conti con la paura, e - forse per la prima volta - con la verità. Perché anche le vite che ci sembrano più perfette nascondono dei segreti che possono distruggerle.



Un trasloco, un libro, una tragedia. 

La vita di Catherine scorre tranquilla e senza intoppi fino a quando lei e il marito decidono di trasferirsi in una casa più piccola. Infatti, la comparsa misteriosa di un libro “Un perfetto sconosciuto” nello scatolone dei suoi effetti personali, provoca nella donna una reazione a dir poco sconvolgente. Per la verità è la trama del libro stesso a rendere le notti di Catherine insonni e i giorni pesanti da trascorrere. Come mai, vi chiederete, è presto detto. Quel racconto non è altro che la trasposizione romanzata di un ricordo della sua vita, il più doloroso che, con tanto coraggio, ha sempre tenuto segreto e relegato in un angolo della memoria, un anfratto buio e lontano dove mai credeva di tornare e tantomeno riportarlo alla luce. La vita di Catherine cambia radicalmente, ogni notte il romanzo l’attende in camera da letto, sul comodino come un killer annunciato e lei, povera vittima, rischia sul serio di farsi sopraffare. Ma, nonostante tutto, è una donna dal carattere forte, lo ha dimostrato in questi dieci anni in cui ha combattuto le sue battaglie quotidiane come se niente fosse accaduto in quella spiaggia spagnola. Purtroppo però ora non si può sottrarre alla resa dei conti. Ma deve reagire poiché lo deve anche ai suoi. Ed è proprio quando viene a sapere che anche il figlio ha ricevuto una copia del libro, decide di muoversi e di rintracciare lo scrittore. 

Il libro: Un perfetto sconosciuto.
L’autore: Amico di... Parente di... Testimone di...?

La trama del romanzo è ben confezionata; la scrittrice ha saputo ordire una tela intricata e misteriosa, un thriller mozzafiato, che si stringe dapprima attorno al lettore, quasi soffocandolo, per poi allentarsi e scivolare pian piano verso la risoluzione del mistero. In tal modo chi legge rimane nel dubbio se parteggiare per l’una o per l’altra parte fino alla fine, dove arriverà con un sospiro di sollievo senza sapere più chi, in effetti, sia la vittima e chi il carnefice. Il gioco delle parti è reso ancora più incisivo dall'alternanza dei punti di vista usati nei capitoli. Da una parte abbiamo quello onnisciente dell’autrice che ci mostra Catherine: lei conosce la verità, e ora è anche la protagonista, suo malgrado, di un romanzo tanto folle quanto assurdo. Ciò che viene riportato nel libro appare decisamente distorto, i protagonisti ci sono tutti, è vero, e anche lo sfondo su cui la vicenda prende vita è lo stesso, così come l’epilogo tragico. Quello che non combacia è proprio la storia in sé, che appare fin troppo ovvia ma non vera. Mancano quelle sfumature che solo Catherine conosce, le stesse che ha preferito nascondere e che dopo dieci anni rischiano di tornare prepotentemente alla luce e di distruggere non solo lei, ma anche la sua famiglia, finora protetta.

Peccato non si fosse resa conto prima che continuare a far finta di niente avrebbe avuto conseguenze mortali.

Il pericolo di perdere tutto si affaccia all'orizzonte portandosi dietro molte domande. Come reagirà Robert, il marito, sempre paziente, l’uomo che l’ha sempre amata, davanti ad una sua confessione? E Nicholas, il figlio venticinquenne con un mucchio di problemi esistenziali, riuscirà a reggere alla tensione, una volta saputa la verità? 
Dall’altra parte c’è Stephen Brigstocke, un uomo anziano, abbruttito dagli anni e da quello che è successo alla sua famiglia. La perdita del figlio diciannovenne e la morte della moglie lo hanno gettato nella più cupa disperazione e l’unica cosa che lo spinge ad andare avanti è il desiderio di vendetta. Il pensiero è costantemente rivolto al passato, a ciò che è stato e a quanto ha sofferto. Non esiste futuro ma solo una insana voglia di giustizia: la donna che ha causato la sua rovina deve pagare! 

Sentivo Nancy che mi sorrideva, che mi spronava ad andare avanti. Lo aveva sempre detto, che un giorno avrei sfondato come scrittore.


Così, dopo aver ritrovato un manoscritto della moglie e alcune fotografie scattate dal figlio proprio a Catherine, Stephen studia un piano diabolico per attirare colei che considera responsabile della morte del figlio, dritta nel baratro della disperazione. Dovrà pagare una volta per tutte.  

Voglio vedere l’amo incastrato in gola. La preda che boccheggia per respirare. Il suo destino nelle mie mani. Un semplice colpo in testa con un’arma contundente. O mi accontenterò di averla recuperata dagli abissi e di vederla asfissiare, gli occhi sbarrati dal panico? C’è qualcosa di molto gratificante in quell’idea. Un pesce fuor d’acqua. Un pesce brutalmente introdotto in un ambiente ostile. Sopravvivrà? Probabilmente no. L’esposizione improvvisa potrebbe ucciderlo. Asfissiano, i pesci, no? Se restano troppo a lungo fuori dall’acqua? Quindi, sì, l’esposizione prima, e poi forse porrò fine alle sue sofferenze.

Come? Semplice: rendendo noto e di dominio pubblico il suo misfatto. Allora, spinto dalla sua morbosità, riscrive il manoscritto, aggiunge una fine adeguata e totalmente inventata e lo pubblica, iniziando così un gioco pericoloso che lo porterà, ne è sicuro, al raggiungimento del suo scopo: la soddisfazione di aver procurato in Catherine lo stesso dolore che scandisce da anni i suoi giorni. 
E mentre Stepehn Brigstocke racconta in prima persona il suo passato, Catherine demanda alla scrittrice il compito di muoverla. Le sue azioni sono descritte tutte al presente, proprio per rendere meglio l’idea della volontà da parte della protagonista di voler dimenticare a tutti i costi una vicenda molto amara, una pagina terrificante della sua vita. E la routine della quotidianità diventa la sua salvezza almeno fino a questo momento.

 Anche il compito ripetitivo di mettere al posto la spesa le dà una sorta di calma felicità. Un gesto ordinario e ingrato è un lusso quando si è stati male come lo è stata lei.


 Il modo in cui i due mondi si avvicinano accresce la tensione; passato e presente si scontrano nel peggior modo possibile con conseguenze disastrose. La suspance aumenta pagina dopo pagina e ci accompagna a vivere un finale sconvolgente. E quando la verità verrà a galla, finalmente, niente e nessuno potrà più continuare a vivere come prima. 

Consiglio il romanzo e gli amanti del genere non resteranno delusi.




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