giovedì 24 marzo 2016

Quattro chiacchiere con... Daniela Volonté



Ciao Daniela.
Innanzitutto grazie per il tempo che dedicherai a questa intervista. Sei pronta? Cominciamo.
Prontissima e un saluto a tutti.
Ammetto che NON CHIAMARMI DI LUNEDI' è stato il primo libro che ho letto, anche se ho sempre sentito parlare tanto bene di te e del modo in cui scrivi. Quanto traspare di te nei personaggi dei tuoi libri?
R: Posso descrivere New York City senza essere mai stata in quella città, ma non riesco a descrivere sentimenti come la paura, la tristezza o la felicità se non li ho mai provati. Questo è per dire, in breve, che in ogni personaggio c’è un pezzettino di me o anche solo di quello che vorrei essere, proprio perché porto le mie esperienze in quel che scrivo. Non saprei scrivere in altro modo.
Ho letto che prima che iniziassi a scrivere, avevi un lavoro che successivamente hai perso. Ti sei reinventata un po' come Patrik, mantenendoti positiva come lui, che ha visto nella perdita del lavoro un'opportunità per cambiare vita?
R: Sì, dopo la nascita del secondo figlio sono diventata una mamma a tempo pieno e in parte sono stata felice di stare accanto alla mia famiglia, ma il mio cruccio era quello di essere solo una moglie e una mamma... Insomma, volevo cercare uno spazietto che fosse soltanto mio, di Daniela e basta. Prima di approdare a questa esperienza editoriale sono trascorsi otto anni in cui mi sono rimessa in gioco più volte. Sono tornata all’università per prendere una seconda laurea e ricordo ancora il primo giorno di lezione. Avevo 36 anni e tremavo per la paura di essere presa in giro o guardata male dai ventenni che affollavano l’aula... Be’ niente di più sbagliato! Mi sono divertita tantissimo ed è stata una bellissima esperienza. Però questo non mi ha aiutato a smettere di avere paura delle novità, quindi mi sono reinventata come Patrik poiché spinta dagli eventi, ma piena di incertezze e timori, perciò direi che il mio atteggiamento era decisamente meno positivo rispetto al suo.
Momento di autocritica: punti di forza e punti di debolezza dei personaggi dei tuoi libri.
R: Punti forza: sono personaggi che puoi avere come vicini di casa, incontrare al bar, oppure seduti dietro di te al cinema, essere colleghi di lavoro, oppure essere amici degli amici. Insomma non sono personaggi tanto lontani dalla gente comune.
Punti di debolezza: le donne sono sempre troppo crocerossine. Amo la dolcezza femminile, ma tendo a iniettarne una dose eccessiva nelle mie protagoniste... forse perché nella realtà io ne sono carente! :-) I protagonisti maschili invece temo siano troppo cerebrali, pensano troppo e magari si fanno paranoie che nella vita vera un maschio non si farebbe... ma ahimè, essendo io una donna che scrive un POV maschile, molto probabilmente non riesco a delinearli come vorrei.
Vieni contattata da un regista che ti annuncia di voler fare una trasposizione cinematografica dei tuoi romanzi. Chi ti immagini come potenziali attori?
R: Per i protagonisti dei primi due libri non ne ho assolutamente idea... Però farei inserire nel contratto una clausola per cui io debba presenziare a ogni singolo casting e basta! :-)
Per “Non chiamarmi di lunedì” il protagonista maschile sarebbe interpretato di sicuro da Jesse Williams. Infatti avevo in mente un personaggio con i suoi colori e proprio leggendo la sua biografia mi è venuto in mente di dargli origini metà svedesi. Per Greta invece lascerei scegliere al regista.
Hai mai immaginato come potesse essere la vita dei tuoi protagonisti se non avessero incontrato la persona che ha cambiato per sempre il loro destino?
R: Quando scrivo mi immagino una montagna e i protagonisti sono su versanti opposti. Il loro percorso è solitario finché non raggiungono la cima e si incontrano. Se Greta e Patrik non si incontrassero mai, li immaginerei vagare da soli per i boschi... ma ti assicuro che presto o tardi si troverebbero perché è questo il loro destino. E credo molto nella forza del destino.
Pensa ai protagonisti dei tuoi libri e abbina a ognuno di loro un piatto, dolce o salato che sia.
R: Greta è una ciambella farcita con crema e cioccolato, Patrik è un Boero.
James è un semplice caffè con mezza bustina di zucchero, mentre Vale è una focaccia rustica.
Melissa è un delicato tiramisù, mentre Riccardo è un piatto di linguine piccanti al granchio.
Qual è il personaggio di cui vai più fiera? Quello per cui pensi "Questo è una mia creatura e sono tanto orgogliosa di lui/lei"?
R: Sono particolarmente affezionata ad Alexander Morrison, ossia il protagonista del secondo libro che ho autopubblicato: Insegnami a vivere. Newton Compton ha acquisito i diritti di questo libro ma non so quando verrà messo di nuovo in vendita.
Amo questo personaggio perché nonostante la sua giovane età, infatti ha 18 anni, ho tentato di costruirgli una corazza che tende a scomparire in pochissime occasioni. Inoltre è cresciuto con me e gli sono molto legata.
Prima di iniziare a scrivere un nuovo romanzo, hai già in mente tutto o la trama prende forma a mano a mano che scrivi? Inoltre ti è mai capitato che i tuoi personaggi si ribellassero? Nel senso che non erano d'accordo sulle scelte che facevi per loro?
R: Quando inizio una nuova storia ho in mente solo come arrivare a metà libro. Poi il nulla. Ed è proprio in queste occasioni che è utile che i personaggi si impossessino della propria vita e inizino a camminare con le loro gambe. Di solito se ho le idee poco chiare, smetto di scrivere per una o due settimane, finché all’improvviso vengo punta da una specie di folgorazione e posso riprendere a scrivere.
Chi è Daniela Volonté nella vita di tutti i giorni?
R: Sono una mamma con la fissa dell’ordine e con la fortuna di amare qualcosa come la scrittura tanto da mettermi al computer appena ho un momento libero dagli impegni familiari. Amo molto stare a casa, ma anche passeggiare nei boschi e per il mio paesino. Non guardo più la televisione da quando il telecomando è diventato lo scettro dei miei figli, che con molta magnanimità mi concedono di vedere il telegiornale e niente di più. (Ecco spiegato perché c’è sempre qualche dramma nei miei libri!) Mi piace leggere, e leggo parecchio anche perché di notte mi sveglio spesso... Ma odio il buio... così lo coloro con le parole.
Stai già lavorando a progetti futuri? Se sì, potresti darci qualche anticipazione?
R: Con Newton Compton ho in programma altri due libri e non ho proprio idea delle tempistiche, potrebbero uscire tra un anno oppure tra due. E poi c’è in stesura un libro scritto con la collega, nonché amica, Sylvia Kant, che sarà di un genere molto diverso perché si tratterà di un erotico. Una bella sfida per me che mal sopporto i cambiamenti, ma lavorare con lei è fantastico perché mi diverto un mondo, quindi non vedo l’ora di riprendere questo progetto.

Grazie per questa bella chiacchierata e per avermi concesso il tuo tempo.
Sono io che devo ringraziare te per il tempo che mi hai dedicato, e sicuramente verrò a trovarti allo stand Newton per un autografo (forse anche più di uno) al Salone del Libro di Torino!

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