venerdì 29 gennaio 2016

IL PUNTO ESATTO DI DUE ANIME di Luigi Mancini


Titolo: Il punto esatto di due anime

Autore: Luigi Mancini

Editore: Butterfly Edizioni

Genere: Narrativa

Collana: Tabù           

Pagine: 86
Erano i tempi delle Reebok, delle sigarette in compagnia e delle gambe penzoloni dai muretti di pietra. Luca e Anna, quindici anni e una Napoli criminale che pesa sulle loro spalle come una condanna. Si amano, si graffiano, si perdono l’uno nell’altro e si odiano mentre si amano, nel profondo, combattendosi pur di rimanere in piedi, di resistere alla violenza del loro sentimento. È un demone, l’amore per Anna, ed è un demone anche la droga che, voluttuosa e sadica, stringe tra le sue dita l’esistenza di Luca. 
Osteggiati dai genitori di Anna, i due si feriscono, si odiano, si lasciano. 
Senza dimenticarsi mai. 
Con una scrittura ipnotica e vorticosa, Luigi Mancini ci regala l’affresco di una Napoli feroce e di un amore più forte della maledizione, della droga, della morte. Perché le relazioni possono spegnersi, ma ci sarà sempre un punto che unisce due anime, il luogo in cui chi ha amato continuerà ad amare, per sempre. Da lontano.
“Tredici anni e chi poteva saperlo che, da lì in poi, io e quella biondina malaticcia di un quartiere maledetto che satana scelse come inferno avremmo davvero vissuto l'amore in tutte le sue forme, il male con tutte le sue maschere nere, l'odio e la disperazione di giorni sanguinanti e ore senza lancette. Lei era semplicemente unica e irripetibile, era il senso più malato della parola amore e allora sì, a tredici anni ci si può innamorare davvero e morire e vivere e sentirsi come malati di una sconosciuta malattia, certe sere, la sua finestra. Tredici anni e nulla da vendere a nessuno, nulla da comprare, il solo sentire che strazia l'anima e sfonda il cuore.”


Fin dall’ inizio capisco che “Il punto esatto di due anime” non è un romanzo come gli altri. Prendo fiato e trattengo il respiro, pronta a tuffarmi nella notte scura che abita nell’anima del protagonista. Lentamente gli occhi si abituano al buio, le parole iniziano a frugare in angoli nascosti dell’anima del lettore ed io mi sento come nuda; ma ho la precisa sensazione che per leggerlo veramente devo farmi attraversare e percorrere dalle parole, anche se so per certo che ne uscirò con l’anima spossata.

“È la tua pelle ciò che sento nuotando nell'aria
Odori dell'amore nella mente dolente, tremante, ardente:
Il cuore domanda cos'è che manca
Perché si sente male, molto male, amando, amandoti ancora.

Marlene Kuntz

Nuotando nell‘aria ”

Luigi Mancini racconta l’amore crudo, intenso e devastante di due anime, Luca e Anna, in un racconto che scorre fra passato e presente, durante il quale il narratore si rivolge spesso ai suoi lettori immaginari, coinvolgendoli nella sua storia. Ma non sono partecipi. Sono distanti, sono gli altri, quelli che giudicano senza diritto, quelli che hanno abbandonato da così tanto i loro sogni che nemmeno ricordano più di averne mai avuti. E che probabilmente sono già morti dentro. Luca no. Luca è il poeta, il sognatore. E’colui che, agli occhi della gente, si perde nei suoi pensieri, lontano dalla realtà. 

“Il tempo è passato senza che niente e nessuno se ne accorgesse e forse sono l'unico superstite rimasto fuori scuola ad aspettare l'ora, proprio io che non so mai che ora è, che vivo sempre altrove e non ho mai un posto per dirmi veramente qui, ora.”


I suoi sogni sono sopravvissuti alla violenza di un quartiere insanguinato, alle notti nere grondanti di malinconia in cui le streghe urlavano nella testa, e sopravvivono a quelle in cui ancora urlano, che basterebbe così poco per placarle. Sopravvivono al grigio ovattato del paese in cui si è rifugiato per non morire. Luca ha ingabbiato i suoi demoni in poesia, gabbie con sbarre forse troppo larghe, e li alimenta con il ricordo straziante dell’amore per Anna, bellissima e gelida, fragile e feroce, musa e tormento per l‘eternità. 
Anna che danza nella notte della sua anima illuminando tutto ciò che sfiora. 

“Ma torneranno le rondini e resterà sola a fumarsi l'istante, guarderà più lontano, lasciando gli altri a chiedersi di quel suo momento, solamente là potrò incontrare ancora la mia assente e dolorosa, là, ancora dovrà sentire le mie labbra sulle sue, le bugie di due amanti distratti, due ragazzini che inventarono l'amore e la malinconia. Io lo so che è lei quel vento che passa,lei mi riconosce, fissando l'invisibile, l'eterno istante di noi due.”


Il colore nella vita di Luca lo porta solo Anna. Il verde dei suoi occhi perversi, il nero del suo smalto, il biondo dei suoi capelli. Luca è vivo, vivo davvero, solo nel passato in cui si sono amati, morsi e graffiati, nelle ore trascorse nel luogo dei profumi, nei baci a metà scala, nelle sere in cui le risa, le corse e gli odori si confondevano in un’unica meravigliosa giostra colorata; è vivo quando pensa ad un ipotetico futuro in cui i capelli biondi di Anna sono sparsi sulle lenzuola accanto a lui. E per quanto il ricordo sia straziante e pesante come un macigno, specialmente in certe lunghe notti senza fine, per il poeta è l’unico modo di mantenere in vita la sua anima, non ancora rassegnata ad un’esistenza lenta, triste e grigia fatta di giorni tutti uguali, un limbo eterno o forse il peggiore degli inferni. L’unica maniera di sopravvivere è continuare a nutrire l’anima con la poesia, e Anna lo sa, e non permetterà alla realtà con la sua miseria di contaminare i sogni. 
Luca vivrà sempre e soltanto nei posti in cui ha amato Anna e la sua anima dilaniata e disperata.

“Non lo so, forse non è giusto per noi, sentirsi e chiedersi se tutto va bene e fare finta di niente, non siamo così miseri ed è misero anche scriversi così, noi siamo quelli delle lunghe passeggiate e delle brevi ed eterne lettere d’amore. Tra poco è Natale, non roviniamo i sogni di chi crede in noi, non uccidiamo chi ancora crede di aver posto dentro la nostra anima; l’anima che è nostra e di nessun altro al mondo. Non credere di essere solo quando senti la lama fredda della malinconia infilarsi lentamente nella schiena...
Io ti ho sempre sentito quando chiamavi il mio nome. Quei luoghi non sono solo tuoi e ti odio da morire anch’io, anch’io, amore mio.”

Tutto il romanzo è una lunga e delirante poesia, a volte addirittura in versi, che ti avvolge con la sua malinconia. E’una ballata, la canzone di Luca e Anna, è una musica triste e lacerante. E chiunque abbia mai sperimentato il vuoto, la sensazione di aver perso qualcosa per strada in un certo momento della propria vita, anche solo il sonno per un amore disperato, non potrà non riconoscere se stesso ed amare alla follia questo malinconico, nero e vero racconto. Vero e graffiante come le unghie sulla schiena di un amante.


“Certi incontri accadono proprio mentre l'uno si chiede dell'altra e non hanno luoghi, ma un punto esatto, al di là di tutte le cose. È il punto esatto di due anime.”


Luigi Mancini nasce il 5/09/1980 e vive a Reggio Emilia. Scrive fin da giovanissimo, soprattutto poesie. Ama la musica e scrive canzoni. Il punto esatto di due anime è il suo romanzo d’esordio.


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