lunedì 26 ottobre 2015

DOPO DI LEI di Joyce Maynard

È l'estate del 1979 a Marin, California. Rachel e la sorellina Patty esplorano indisturbate la montagna dietro casa, lasciate un po' a loro stesse da un padre detective di polizia, affascinante e molto impegnato, e da una madre triste e depressa, che si occupa di loro un po' da lontano. Possono sperimentare la libertà, i giochi di un'infanzia senza confini, inventarsi le giornate senza seguire alcuna regola in particolare. Finché un giorno delle giovani donne iniziano a essere uccise su quella montagna. Il padre di Rachel viene incaricato del caso, il più importante e difficile che gli sia mai stato affidato. Ma la sua grande occasione si trasforma presto in un fallimento, quando tarda a trovare il Killer de Tramonto. Per aiutarlo Rachel e Patty decidono allora di lanciarsi nel gioco più pericoloso che abbiano mai azzardato: iniziano a investigare, mettendo a rischio se stesse e compromettendo per sempre la carriera del padre.

Sono passati trent'anni da quell'estate, e Rachel, ora affermata scrittrice, non è ancora riuscita a dimenticarla ed è per liberarsene per sempre che decide di raccontarla.
I thriller mi affascinano ma giuro che questo mi ha messo addosso un'ansia allucinante; andavo a dormire tutte le sere scervellandomi su chi potesse essere l'assassino, e ammetto che leggerlo la sera non ha aiutato molto i miei sogni. Però posso dire di averlo divorato! La necessità di andare fino in fondo per capire era diventata una sorta di urgenza. Quindi se cercate un libro che vi tenga incollati alle sue pagine, questo è quello che fa per voi.

Marin, California, 1979. Rachel e Patty sono due sorelle quasi coetanee, ma che trovano piacevole passare del tempo insieme, anzi, la maggior parte del tempo a loro disposizione. La loro è una famiglia con alcune difficoltà economiche, ma sono state abituate a non chiedere mai niente e si accontentano di quello che hanno. Adorano il loro padre, considerandolo un vero eroe. Anthony Torricelli, italo americano, fa parte della Sezione Omicidi della città. Oltre a essere un buon poliziotto e un ottimo amante: le donne le ama tutte indistintamente. La moglie fa sempre finta di niente, rifugiandosi in un mondo fatto di carta e inchiostro, fino a quando lui decide di andare via di casa. Le figlie accettano quella situazione e il loro rapporto diventa ancora più forte quando, per evadere dalla triste realtà di casa, si svagano andando sulla loro montagna preferita. Ben presto, il loro posto preferito viene macchiato del più terribile dei crimini: una donna è stata trovata morta. Il padre cerca quindi di vietare quella zona, ma loro si sentono forti e invincibili e decidono di provare ad aiutarlo nelle indagini che sembrano non portare da nessuna parte.

“Perché una persona dovrebbe ammettere la sua colpevolezza?” gli chiesi. “Tanto più sapendo che verrà rilasciata se tiene la bocca chiusa?”
“E' la natura umana” rispose. “Tutti i disgraziati con cui ho avuto a che fare erano orgogliosi del crimine commesso. Sapevano di aver agito contro la legge, sanno benissimo che la società vuole punirli per questo. Sanno di aver sbagliato, ma sono come quei cani che lasciano la cacca su tappeto e poi te la vogliono far vedere, perché in un certo qual modo è il frutto del loro talento: anche i criminali vogliono mostrare a tutti cosa sono capaci di fare, e in ognuno di loro c'è un elemento di orgoglio: l'orgoglio di aver catturato la tua attenzione. Per questo godono del fatto che tu voglia ascoltarli, e per questo motivo continuano a parlare se li interroghi correttamente. Hai presente quei teppistelli che disegnano graffiti sulle case, sui ponti, dappertutto, firmando con il loro nome? È praticamente lo stesso meccanismo. Fanno una cosa che gli è stato detto di non fare. Perché firmare altrimenti? Il motivo è: l'orgoglio. Anzi, più precisamente: l'arroganza.”

Rachel è una ragazzina particolare; fin da piccola ha sviluppato una specie di sesto senso che le dà modo di vedere le cose ancor prima che succedano. Peccato che il padre pensi si tratti solo della sua fervida immaginazione, quando gli confida che ha avuto delle visioni, vedendo quasi con i suoi stessi occhi il killer in azione. Non può far altro quindi che aiutare il padre da lontano, sempre con la complicità della sorella.
Gli omicidi si susseguono uno dietro l'altro, il numero delle ragazze che scompare non solo è alto ma i delitti sono ravvicinati tra loro, e il killer sembra agire in una zona ben più ampia di quella delimitata alla montagna. Poiché i corpi delle vittime vengono rinvenuti sempre verso tardo pomeriggio, la popolazione ha ribattezzato l'assassino, il Killer del Tramonto. Rachel sta mettendo il naso un po' troppo in questa faccenda, e forse la prossima vittima sarà proprio lei; non basta questo a spaventare la ragazza che si troverà faccia a faccia con la persona che si è macchiata le mani di ben 15 omicidi. Cosa succederà a quel punto? Riuscirà a scappare ed essere più veloce di lui o qualcuno sopraggiungerà per caso da quelle parti e la salverà da quella assurda situazione?

“Forse a volte è così che devono andare le cose” risposi. “Ma persino quando sembra tutto perfetto, magari fai una cosa, anche piccolissima, al momento sbagliato e tutta la tua vita prende un'altra direzione. Senza che tu possa più tornare indietro.”

La storia è ben più articolata, si tratta pur sempre di 377 pagine di adrenalina. Il racconto è narrato dal punto di vista di Rachel, ormai adulta e affermata scrittrice, che sembra tornare indietro con la memoria e ricordare quanto successo in quegli anni. Ho apprezzato questo libro che non si sofferma solo sui dialoghi, ma descrive in maniera minuziosa e dettagliata tutto quanto, dai giochi con la sorella al suo amore infinito per il padre alla compassione che prova per la madre che entra in uno stato di depressione dopo la separazione del marito. Lei e Patty hanno sempre dovuto cavarsela da sole, erano ragazzine abbandonate a loro stesse, mangiavano quello che trovavano in frigorifero e cercavano di fare semplici lavoretti per potersi comprare l'occorrente per la scuola. Si assiste alla crescita di queste due ragazze, a quanto, alla sola età di 12/13 anni, siano ossessionate dal sesso, leggendo quello che trovano, sopratutto le riviste che Rachel sgaffigna quando si trova a fare da baby-sitter al figlio di una coppia di vicini. Quando inizia la serie di omicidi, lei si trova al centro dell'attenzione, in quanto le compagne di scuola erano convinte che avesse informazioni maggiori rispetto a quello che dicevano giornali e telegiornali, dato che il padre era a capo dell'indagine. E se la sua immaginazione la portava a inventare gli scenari più macabri, non mancò di dire una cosa assolutamente vera: quando cominci non riesci più a smettere, perché la sete di sangue ti fa venire ancora più sete.
Ho fatto diverse supposizioni e mi sono sempre dovuta ricredere, e mentre tra le pagine del libro cercavo l'assassino, mi sono goduta sopratutto quelle parti dove Rachel mette al centro dell'attenzione suo padre, nonché il suo mondo e il suo eroe. Si riesce a capire quanto fosse forte e speciale questo legame; un padre che insegna alle proprie figlie a difendersi con mosse di ju jitsu, a sparare con una pistola ad aria compressa (che risulta letale se si spara a una distanza ravvicinata), a non farsi mettere mai i piedi in testa dagli altri sopratutto dai ragazzi, che insegna loro a guidare ancora minorenni, ma in particolar modo le fa sentire delle principesse, amate, rispettate e protette. Un padre che si prenderà cura di loro fino alla fine.

“E' uno che piace a tutti” dissi. “Uno di quelli che la gente vuole sempre avere intorno. Cosa volevi che facesse? Che rimanesse qui a tagliare il prato o roba del genere? E a portare fuori la spazzatura”
“Sì” rispose, con estrema calma. “Sì. Avrei voluto che facesse tutto questo. Perché è questo che un padre deve fare. Se casa è dove siamo noi, mi sarei aspettata che rimanesse qui.”

Ultimo appunto, poi giuro che la smetto. Volevo complimentarmi con l'autrice per la descrizione dettagliata dei delitti; sembrava di assistere a una puntata di Criminal Minds, quando si cerca di stilare un perfetto profilo psicologico dell'assassino. So che non è il suo primo romanzo, quindi sicuramente leggerò i libri già pubblicati e, come è già successo per i precedenti racconti, spero che questo libro possa diventare presto anche un film.


Scrittrice di successo a livello internazionale, Joyce Maynard, prima di dedicarsi completamente alla scrittura dei suoi romanzi, è stata una giornalista, un editor e un commentatore radio. 
Nel 1995 Da morire è diventato un film diretto da Gus Van Sant con protagonista una giovane Nicole Kidman, mentre Un giorno come tanti, interpretato Da Kate Winslet e Josh Brolin, è stato realizzato nel 2013.


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