giovedì 19 marzo 2015

Aaron di J.P. Barnaby


Non riesco a descrivere com'è voler gridare ogni minuto di ogni giorno.
Una terribile notte di dolore ha distrutto la sua normale esistenza di adolescente e, due anni dopo, Aaron Downing si appiglia ancora alla speranza che, un giorno, tornerà a sentirsi un essere umano completo e funzionante. La sua vita, però, resta una serie costante di incubi, flashback e paura. Quando, nel primo semestre del college, gli viene assegnato Spencer Thomas come partner per un progetto di programmazione, Aaron decide che forse la ‘normalità’ è sopravvalutata. Anche solo imparare a controllare la paura gli basterebbe per trovare di nuovo la stabilità.
Dopo aver sentito una conversazione dei genitori intenzionati a rinchiuderlo in un istituto –sacrificandolo per il benessere dei suoi fratelli – Aaron cerca disperatamente di trovare un modo di gestire il suo danno psicologico o anche di fingere la normalità. Il suo nuovo psicologo riuscirà a controllare i propri demoni abbastanza a lungo da curare Aaron oppure aggraverà solo la situazione?
Cercando disperatamente di comprendere la sua attrazione per Spencer, Aaron si appiglia alla sua sanità mentale con entrambe le mani quando questa minaccia di sfuggire al suo controllo.



Non si tratta di una lettura facile, affatto. Il personaggio di Aaron è stato profondamente ferito, sia nel corpo che nell'anima, soprattutto in quest’ultima. All'età di sedici anni è stato rapito con la sua migliore amica Juliette da un gruppo di uomini che li hanno torturati e violentati, ma solamente lui è sopravvissuto. 

Nei due anni trascorsi Aaron è diventato l’ombra del ragazzo che era, vive come uno zombie, pieno di tranquillanti e tormentato da flashback ed incubi, spesso desiderando di essere morto anche lui in quel garage con Juliette. È tremendamente difficile per i suoi famigliari stargli accanto, tanto che suo padre, esasperato prende in considerazione l’idea di mandarlo in un istituto per poter preservare la salute mentale del resto della famiglia. 

La paura di essere allontanato è probabilmente ciò che sprona Aaron a mettersi in gioco ed iscriversi al college dove poi incontrerà Spencer. Anche lui emarginato sociale a causa della sua sordità che fa supporre a tutti un suo ritardo mentale. 

Due persone profondamente sole si incontrano e riescono, sorprendentemente, ad avvicinarsi, a capire quanto sia bello avere un amico con cui condividere il proprio tempo. Un personaggio fondamentale è il padre di Spencer, il dott. Thomas, ex psichiatra specializzato in disturbi post traumatici e novello alcolista che riuscirà ad uscire dal tunnel grazie al desiderio di aiutare l’amico del figlio.

Un romanzo molto toccante, commovente, sulla rinascita personale, sul combattere per il proprio diritto a vivere. Sono trattati temi molto forti, ma l’autrice riesce a rendere tutto con una delicatezza incredibile.
Assolutamente consigliato


Aaron scoprì che non voleva liquidare o scappare via da Spencer. Per la prima volta dopo tanto tempo, aveva trovato qualcuno con cui parlare, o almeno avere un legame superficiale su un codice, se non altro.
Senza averne intenzione, nelle oltre cinque ore trascorse a chattare sul codice, Aaron aveva trovato un amico. Quel pensiero lo spaventava a morte.
Senza pensarci, Aaron mise la mano sul lato del viso del suo amico e lo inclinò. Tenendolo fermo, parlò di nuovo in modo che Spencer potesse vederlo.
“Non sei un idiota. Sono guasto, Spencer. Questo non è colpa tua. Sei mio amico e mi tratti come se fossi normale, come se non fossi un pazzo sfigurato. Nessun altro fa questo per me.”
Spencer aveva smesso di respirare per un attimo, ma poi fece un respiro profondo.


“Non. Vedo. Più. Le. Cicatrici.. Tutto. Ciò. Che. Vedo. Sei. Tu.,” rispose con calma Spencer, e continuò a rimanere perfettamente immobile mentre Aaron gli toccava il viso. L’espressione di Spencer era assorta, forse piena di meraviglia.
“Negli. Ultimi. Tre. Mesi. Sei. Diventato. Il. Mio. Migliore. Amico.. Non. Farei. Nulla. Che. Ti. Potesse. Ferire.. Possiamo. Essere. Solo. Amici. O. Possiamo. Essere. Qualcos'altro, Qualcosa. Che. Definiremo. Poi.. Non. Farò. Nulla. Per. Spingerti. Oltre. Quello. Che. Vuoi. Fare..”
“Questo è il punto. Non so cosa posso fare. Io… io non voglio privarti di una relazione con qualcuno che possa darti ciò che desideri.”

“Io. Voglio. Solo. Te..”


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