martedì 23 dicembre 2014

Il fantasma dai calzini gialli - Josh Lanyon


Dopo un disastroso weekend romantico, il timido pittore ventenne Perry Foster scopre che le cose possono sempre andar peggio quando, di ritorno da San Francisco, trova il cadavere di un uomo nella sua vasca da bagno. Un cadavere con addosso un giubbotto sportivo alquanto brutto… e dei calzini abbinati.
Perry non ha idea di chi sia il defunto, ma la cosa non gli è di gran conforto.
Come ha fatto un uomo morto mai visto prima a finire ne suo appartamento chiuso a chiave presso l’isolato Alston Estate, nelle selvagge profondità del Vermont? Perry chiederà aiuto all’alto, ombroso e ostile ex Navy SEAL Nick Reno… Ma Reno è davvero ciò che sembra?


Premetto che non avevo mai letto prima un libro di Josh Lanyon, ma che avevo già sentito parlare molto bene di questo scrittore, pluripremiato e pioniere del genere m/m soprattutto con ambientazione poliziesca e devo ammettere che tale nomea era sicuramente meritata. 
Sono stata piacevolmente colpita da questo racconto, è assolutamente diverso da tutti gli altri m/m che ho letto prima e vi assicuro che ne ho letti parecchi. Nonostante io sia una patita di romanzi d’amore, amo molto anche il genere thriller/poliziesco alla Michael Connelly, per intenderci. 

Di Lanyon mi è piaciuto l’incentrare la storia sull'omicidio, sull'investigazione, sulla suspance, l’amore è solo un “effetto collaterale”. Perry è un personaggio molto ben descritto, con un suo spessore psicologico e Nick non è da meno. L’autore gioca molto sull’innocenza di Perry, sulla dolcezza dei suoi occhi da Bambi, sulla sua giovane età e sulla sua salute cagionevole, in contrapposizione a Nick, l’uomo duro che non deve chiedere mai, ex navy SEAL, navigato e cinico. 

Vediamo il loro rapporto evolversi lentamente, prendere forma e delinearsi senza alcuna fretta, Perry trova subito Nick molto attraente, ma senza immaginare minimamente che sia gay e Nick, dal canto suo, pensa a Perry come ad un ragazzino, un frocetto, senza avere la minima intenzione di aiutarlo più dello stretto necessario. Infatti, su 200 pagine di libro, la passione scatta oltre la metà del racconto, senza alcuna premeditazione e Lanyon riesce a descrivere scene molto calde senza essere volgare, lasciando molto spazio all'immaginazione del lettore. 



Per chi si accosta al genere per la prima volta è una lettura ideale che mixa molto sapientemente la storia legata all'omicidio con quella che nasce tra i protagonisti. L’intera Alston Estate, con la sua vecchia struttura, i lampadari vintage in disuso, l’arredo ammuffito ed i suoi affittuari soprattutto anziani eccentrici è un’ambientazione azzeccatissima, dove nulla viene lasciato al caso e dove ogni personaggio, anche di secondo piano, trova la sua perfetta collocazione. 




Una lettura avvincente, mai lenta e molto intrigante che tiene incollati fino all'ultima pagina. Assolutamente consigliato.



“… «Magari posso affittare una stanza in un hotel in città.» Prese la sua valigia. «Non voglio restare qui stanotte.» Nick fece un rapido gesto d’assenso col capo. Grande idea. La migliore che avesse avuto sino a quel momento. Solo che… Una raffica di vento scosse la casa. Le luci tremolarono. Reno sentì Foster trattenere il fiato dall’altra parte della stanza. I suoi occhi sembravano enormi. Come quelli di Bambi dopo che la sua mamma lo aveva portato nel bosco. Era una notte schifosa e scura. Di sicuro non la notte giusta per uscire in macchina, a meno di non esserci costretto. La radio non aveva fatto che gracchiare allerta meteo. E poi, che razza di bastardo avrebbe mandato un ragazzo asmatico fuori sotto il diluvio? «Dannazione,» bofonchiò Nick. «Puoi stare da me stanotte.» Il viso appuntito riprese colore. «Non vorrei disturbare,» disse Foster in tono speranzoso. Nick grugnì.”


“Nick lo guardò dritto negli occhi da Bambi e ribatté aspro: «Vuoi sapere se sei il primo ragazzo con cui sono stato? Non essere sciocco.» Lo sguardo del giovane s’incupì. Le sue labbra fremettero e assunsero un’espressione ferita, prima che riuscisse a riacquistare il controllo del suo viso. «Non credo che tu abbia imparato certe mosse per osmosi. Mi chiedevo solo se ti considerassi gay o cos’altro,» disse in tono duro.


Forse se Perry avesse… piantato un po’ più i piedi, se avesse provato a fargli cambiare idea, mostrato un po’ di spina dorsale… perché il ragazzo aveva le palle ed era testardo e, se non stava lottando, magari era perché si era reso conto che Nick aveva ragione. Nick sapeva di aver ragione. Era solo sorpreso da quanto si stesse rivelando difficile.




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